Designer appassionato di pittura, ha creato un'insolita galleria. Con opere ambientate come in un appartamento. ANDREA GOBBI, una casa per l'arte. Dai mobili alle cornici. Come in America negli anni Settanta. Parola del padrone di casa ( guai a chiamarlo gallerista!), il trentaduenne mantovano, da tempo di stanza a Roma Andrea Gobbi. Designer e compagno di strada di artisti e pittori , dice di aver voluto creare "uno spazio neutro, un'isola felice dove gli artisti possono fare ciò che vogliono". Non una galleria dunque, ma uno spazio privato metà casa e metà studio, dove progettare mostre e scambiarsi idee e pareri.E, perchè no, anche comprare quache carta d'artista, per rivalutare quei fogli sparsi che si trovano buttati a casaccio negli studi dei pittori, spesso trattati dai galleristi come opere di serie B e che invece sono il lato nascosto del lavoro di un artista, il più magico, il più segreto". Si chiama Studio Andrea Gobbi, ed è uno spazio di 150metri a due passi dal Quirinale. Ospita circa tre mostre all'anno con mobili, cornici e arredamenti creati (o trovati) ad hoc per ogni mostra. Se per la prima di Paolo Fiorentino, Gobbi aveva trovato un arredamento classico che sottolineava la pulizia di segno dell'artista, per quella di Stefania Fabrizi ne ha scelto uno anni Quaranta che ben  si adattava all'aria vagamente sironiana che si respira nelle carte della pittrice romana. Per quella di Massimo Livadiotti, in corso in queste settimane, ha optato invece per un arredamento colorato, vulcanicoe strabordante. Quella di Andrea Gobbi è un'idea per avvicinare l'arte ai non addetti ai lavori che mal sopportano la freddezza delle gallerie. " Così" dice, "il pubblico può vedere le carte ambientate, come se fossero in una casa". E chissà che non sia un'idea destinata a far scuola.